sabato 22 novembre 2014

Una meravigliosa vita da cani


Fin da bambino Graeme Sims ha avuto compagni di gioco molto particolari: un'anatra e un cane pastore, per esempio. In questo libro l'autore ripercorre la propria vita e racconta come è nato il suo rapporto così simbiotico con gli animali, soprattutto con i cani. Attraverso le storie di incontri commoventi e di riflessioni sull'animo dei suoi amici a quattro zampe, Sims ci spiega come è arrivato a capirne linguaggio, emozioni, bisogni, e come è riuscito a tradurli in tecniche di addestramento accessibili a tutti. Un libro dalla scrittura ispirata che parla al cuore di tutti gli amanti dei cani e rivela verità toccanti e sorprendenti per comprenderli meglio.

"Gli esseri umani hanno l'abitudine di considerare inferiore tutto quello che non è umano, e perciò indegno della fatica di essere compreso interamente" 

E' una bella storia di un educatore cinofilo che oltre ad addestrare i propri cani cerca anche di capire come fare per renderli felici, si preoccupa di farli lavorare in totale tranquillità ed armonia ...





domenica 16 novembre 2014

Vita da canile


NON MI DO PACE.
Non avrei mai immaginato di lasciarmi trasportare da tanti sentimenti, vibrazioni che vanno dritte al cuore e lasciano un segno indelebile. Queste nuove esperienze aumentano la mia sete di sapere di questo mondo così indifeso e mi fa capire che anch'io posso fare qualcosa per migliorare la loro esistenza.
La mia ricerca ora si concentra sulle persone che abbandonano il loro cane.
Purtroppo manca la materia prima, la figura di chi compie questo atto, considerando che questo tipo di sconsideratezza è fatto solitamente in incognito. Voglio in ogni caso dare delle tracce che, anche se personali, possono contribuire a dare un'identità a questi esseri. Innanzitutto chi abbandona non è in grado di capire che dentro ogni essere vivente ci sono dei sentimenti, affetti puri che spesso l'uomo non è capace di dare.
Ma questo mondo così frenetico, che non si lascia nemmeno il tempo di soffermarci sui giusti valori della vita, i suoi ritmi così veloci che ci danno un falso benessere. Siamo così abituati ad avere con facilità tutto e subito che, con altrettanta semplicità, ci stanchiamo in pochissimo tempo di quello che abbiamo per ricercare altrove nuove false emozioni, quasi a voler dimostrare a se stessi la superiorità dell'uomo. E' proprio in questo meccanismo così perverso la chiave di tanta violenza e non solo nei confronti del cane.
Purtroppo come è facile cadere in questa tremenda trappola, è altrettanto difficile uscirne. Molte volte i cani vengono abbandonati perché, passata la novità del nuovo arrivato in casa, si riesce a vederne solamente i disagi che procura e il tempo che ruba alla nostra vita, ignorando invece quello che ci dà.
Per chi vede in questo modo è semplice arrivare senza rimorsi a disfarsi di questo inutile intruso. Purtroppo quest'insano gesto, può avere delle conseguenze drammatiche oltre che traumatiche per il povero e indifeso animale; infatti, se è fortunato, e non è investito da un' auto, arriverà a un canile, ma la cosa peggiore per lui è l'inconsapevolezza di essere stato abbandonato.
Il cane, quando arriva al canile, a volte è ferito, disidratato e affamato, disorientato e impaurito. Può correre per parecchi giorni alla ricerca del suo padrone, fino a consumarsi i polpastrelli delle zampe e sanguinare. Non si rende conto che il suo padrone, che sta cercando con tanto affanno, lo ha buttato via come se si trattasse di immondizia, qualcosa che non gli serve più.
Chissà ora la sua attenzione da cosa sarà attratta, un nuovo telefonino, una nuova auto o peggio un nuovo animale?
Una corsa che porterà a una continua insoddisfazione. Purtroppo il vanto di tutto questo rende ciechi.
Non mi do pace sapendo che l'uomo può arrivare a tanta freddezza, a tanto materialismo, senza rendersi conto che tutto questo lo porterà alla distruzione di ciò che lo circonda a se stesso potrà riservare solamente un grande vuoto
(Fausto Carmignotto)

sabato 8 novembre 2014

Bianca come il latte rossa come il sangue



Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Romanzo adolescenziale scritto in modo semplice ma efficace perché va dritto al cuore...
E' una storia che nonostante tratti la storia di una malattia è un bellissimo inno alla Vita, ci trasmette un forte senso di Speranza e di Amore verso tutti gli esseri... 


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